"Come una ghirlanda caduta a terra, il tonfo dei rintocchi serali della torre squarciò il silenzio nel terrazzino e mi fece trasalire.
Respirai. Nel cielo ormai bianco, uno stormo si esibiva in volo, preciso e sfrenato come una pattuglia acrobatica; la sua danza accordata e felice sfidava l'inerzia avara di quell'angusto quadrilatero dei gerani corroso dal silenzio. Batteva sonoro il quarto; era l'ora di rincasare per i passeggeri instancabili della piccola storia, rimessa al ritmo blando della consuetudine.
Prima di rientrare, mi chinai in avanti, con un dito scavai una minuscola buchetta nel terriccio tiepido del geranio bianco, e poi la ricoprii; ebbi come l'impressione di racchiudervi dentro l'insostenibile tristezza di quel momento". (p.19)
"[...] simili alle gocce di pioggia, quando d'inverno rigava i vetri della finestra, le sue parole pareva si frantumassero addosso ad una frontiera, contro la quale aveva fallito anche il silenzio". (p.160)
Respirai. Nel cielo ormai bianco, uno stormo si esibiva in volo, preciso e sfrenato come una pattuglia acrobatica; la sua danza accordata e felice sfidava l'inerzia avara di quell'angusto quadrilatero dei gerani corroso dal silenzio. Batteva sonoro il quarto; era l'ora di rincasare per i passeggeri instancabili della piccola storia, rimessa al ritmo blando della consuetudine.
Prima di rientrare, mi chinai in avanti, con un dito scavai una minuscola buchetta nel terriccio tiepido del geranio bianco, e poi la ricoprii; ebbi come l'impressione di racchiudervi dentro l'insostenibile tristezza di quel momento". (p.19)
"[...] simili alle gocce di pioggia, quando d'inverno rigava i vetri della finestra, le sue parole pareva si frantumassero addosso ad una frontiera, contro la quale aveva fallito anche il silenzio". (p.160)
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